ANALISI E COMMENTO L’ALBA DI GIOVANNI PASCOLI

ANALISI E COMMENTO L’ALBA DI GIOVANNI PASCOLI

ANALISI E COMMENTO L’ALBA DI GIOVANNI PASCOLI


Odoravano i fior di vitalba
per via, le ginestre nel greto;
aliavano prima dell’alba
le rondini nell’uliveto.
Aliavano mute con volo
nero, agile, di pipistrello;
e tuttora gemea l’assiolo,
che già spincionava il fringuello.
Tra i pinastri era l’alba che i rivi
mirava discendere giù:
guizzò un raggio, soffiò su gli ulivi;
virb… disse una rondine; e fu
giorno: un giorno di pace e lavoro,
che l’uomo mieteva il suo grano,
e per tutto nel cielo sonoro
saliva un cantare lontano

Struttura metrica
Quartine di decasillabi e novenari alternati su schemi di rima ABAB.

Incominciamo, senza rispettare l’ordine stabilito nel libro, con questa poesia, Uscita per la prima volta nella terza edizione(1894), invitando nel contempo a riprendere in considerazione alcuni testi esemplari già considerati. Qui un grido di rondine forma il giorno, la luce, come nel biblico Fiat lux, che l’umile animale sembra riccheggiare e rendere presente come in un rito: nella liturgia del giorno, della vita che si rinnovellano. Il giorno che sorge è “un giorno di pace e lavoro”: giorno di mietitura del grano, e dunque di un altro rito di propagazione della vita: si che coerentemente il poeta ci fa udire un canto diffuso per tutto il cielo, in una spazialità indefinita, che ha gli stessi confini del mondo. Virb della rondine, dunque, luce e canto, senza soluzione di continuità: tre modi dell’accendersi successivo della vita e del suo consistere in una dimensione umana, fedele, per altro alla natura. Si osservino i vv. 1 – 8: un lungo preludio che instaura l’idea del presagio della luce – vita attraverso movimenti impalpabili delle cose: un profumo di ginestre sul far dell’alba, un volo immateriale di rondini nel buio. Poi l’analogia rondine – pipistrello, assiolo – fringuello fa avvertire la complementarietà della notte e del giorno e, insieme, il trapasso spontaneo dall’una all’altra. E’ si veda, infine, quel destarsi dell’alba, personificata in una vaga movenza mitologica, che “mira” i ruscelli che discendono giù; con un idea di scorrere, di movimento, e dunque di tempo che ricomincia.

Lirica densa di significati,anche qui forte è il simbolismo pascoliano che illustreremo nel sito con un saggio del Contini. Non ci sono da segnalare particolari note, se non al v5 aliavano: indica il volo silenzioso e lieve nel cielo ancora buio. V-7-: Assiolo: il chiu, rapace notturno. V8: spincionava: indica il grido del fringuello una varietà del quale è chiamata appunto, spincione; V11: Soffio: è una sinestesia o scambio (che diviene anche un compenetrarsi) di due tipi di sensazione: una tattile (il soffio) al posto di una visiva (l’erompere improvviso del raggio di luce)


ANALISI E COMMENTO L’ALBA DI GIOVANNI PASCOLI

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