ANALISI DELLA POESIA VICOLO DI SALVATORE QUASIMODO

ANALISI DELLA POESIA VICOLO DI SALVATORE QUASIMODO


Mi richiama talvolta la tua voce,

e non so che cieli ed acque

mi si svegliano dentro:

una rete di sole che si smaglia

sui tuoi muri ch’erano a sera

un dondolio di lampade

dalle botteghe tarde

piene di vento e di tristezza.

Altro tempo: un telaio batteva nel cortile

E s’udiva la notte un pianto

Di cuccioli e di bambini.

Vicolo: una croce di case

Che si chiamano piano,

e non sanno ch’ è paura

di restare sole nel buio.

Il tema della poesia.

Il tema della poesia è ancora una volta la rievocazione di un paesaggio siciliano ormai lontano nel tempo e nello spazio. Il poeta si trova in un’altra città e ricorda con nostalgia le case che formavano un vicolo. Come scrive F. Puccio:<<Il vicolo si presenta come l’espressione simbolica di una realtà del sentimento, che, se non esiste oggettivamente nel vissuto quotidiano, si configura però come un momento indelebile della vicenda interiore del poeta e pronto a riemergere in particolari momenti di sospensione>>.

Il messaggio della poesia.

il messaggio della poesia è ancora una volta la nostalgia per la propria città ormai persa e per le case del proprio paese disposte a forma di croce e che sembrano che si parlino di notte per vincere la paura di restare sole. Come scrive F. Puccio:<<Questo stato d’animo di abbandono persiste anche quando riaffiorano alla memoria le sensazioni sonore, pure esse colte in immagini della lontana infanzia, ma trasfigurate con note dolenti. La notte perde il suo significato astronomico e si trasforma in un simbolo oscuro della paura e della solitudine che grava su quelle case che, quasi personificate, si tengono raccolte attorno ad un incrocio, depositario del simbolo cristiano del loro triste destino di dolore e di povertà, e cercano con impercettibili sussurri di esorcizzare l’inquietudine gravante delle tenebre.

Il linguaggio poetico è altissimo e notevolissimo formato da figure retoriche come la personificazione, l’allitterazione e rime imperfette, una metonimia “Tarde”.

Francesco Puccio sottolinea inoltre che l’intera opera poetica “Acque e terre” è dominata dendromorfismo e dal teriomorfismo, cioè l’identificazione del poeta con il mondo floreale e vegetale e animale. Il poeta si raffigura negli alberi e negli animali.