analisi del testo di in morte del fratello giovanni ugo foscolo

analisi del testo di in morte del fratello giovanni ugo foscolo

analisi del testo di in morte del fratello giovanni ugo foscolo


Ugo Foscolo

Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo

di gente in gente, me vedrai seduto

su la tua pietra, o fratel mio, gemendo

il fior de’ tuoi gentil anni caduto.

La Madre or sol suo dì tardo traendo

parla di me col tuo cenere muto,

ma io deluse a voi le palme tendo

e sol da lunge i miei tetti saluto.

Sento gli avversi numi, e le secrete

cure che al viver tuo furon tempesta,

e prego anch’io nel tuo porto quiete.

Questo di tanta speme oggi mi resta!

Straniere genti, almen le ossa rendete

allora al petto della madre mesta.

Un giorno, se io non andrò sempre fuggendo
fra vari popoli, mi vedrai seduto
sulla tua tomba, o fratello mio, piangendo
per il fiore dei tuoi anni giovanili che è caduto.

Nostra madre ora, sola, trascinando la sua vecchiaia (dì tardo)
parla di me con la tua cenere muta
ma io tendo a voi le mie mani (palme) deluse
e solo da lontano (lunge) saluto le case della mia patria.

Sento che il destino (numi=dei) è sfavorevole, e sento i segreti
affanni che furono una tempesta per la tua vita,

e prego anch’io di trovare la quiete nel tuo stesso porto (ossia la morte).

Solo questo mi rimane di tanta speranza (speme):

popoli stranieri (ossia gli austriaci), restituite almeno le ossa
allora (quando sarò morto) al petto della madre triste.

 

Genere letterario: sonetto.

Commento:

Il sonetto riguarda un episodio autobiografico della vita dell’autore: il fratello Giovanni, anche lui militare e dotato di un carattere simile a quello di Ugo, si suicidò per una questione d’onore legata ad un debito di gioco.

Ugo, in esilio dalla sua patria Venezia, non potendo riabbracciare la madre e visitare la tomba del fratello, spera almeno di trovare come lui la pace nella morte e di tornare almeno da morto vicino a loro.

Figure retoriche:

Allitterazioni:

Diverse allitterazioni della T (“tardo traendo”), (“tetti saluto”).

Allitterazione della R (“Sento gli avversi numi, e le secrete

cure che al viver tuo furon tempesta”): esse suggeriscono la durezza della vecchiaia della madre, dell’esilio e della vita del fratello.

Apostrofi:

“o fratel mio”, “straniere genti”.

Metafore:

“il fior dei tuoi gentil anni”, “che al viver tuo furon tempesta”, “nel tuo porto”.

Enjambements:
“fuggendo//di gente”, “seduto//su la tua pietra”, “gemendo//il fior”, “secrete//cure”, “rendete//allora”.

Sinestesia (figura retorica che consiste nell’associare due parole che si riferiscono a sfere sensoriali diverse):
“cenere muto”.

Iperbato (fig. ret. che consiste nel separare e porre distanti due parole che dovrebbero essere vicine):

“il fior de’ tuoi gentil anni caduto”.

Ipallage (fig. ret. che consiste nel riferire un aggettivo non al sostantivo cui dovrebbe riferirsi, ma a un altro):

“palme deluse”: non sono i palmi delle mani di Foscolo ad essere delusi, ma è Foscolo stesso.

Metonimia e sineddoche:

(Figure retoriche che consistono nel sostituire una parola con un’altra strettamente legata alla prima, ad esempio legata da un rapporto di causa/effetto, contenente/contenuto, materia/oggetto, tutto/parte;

Quando il rapporto è di qualità si parla di metonimia, mentre quando il rapporto è di quantità si parla di sineddoche).

Metonimie:

“su la tua pietra”: materia (“pietra”), al posto dell’oggetto (“tomba”).

Sineddoche:

“ossa mie”: la parte (“ossa”), al posto del tutto (“corpo”).


analisi del testo di in morte del fratello giovanni ugo foscolo

https://www.appunti.info/analisi-del-testo-di-in-morte-del-fratello-giovanni-ugo-foscolo/

/ 5
Grazie per aver votato!