ANALISI DEL TESTO DELLA POESIA LAMPO

ANALISI DEL TESTO DELLA POESIA LAMPO

ANALISI DEL TESTO DELLA POESIA LAMPO


Il componimento è formato da due strofe, una costituita da un unico verso e una sestina, ciascuna formata da versi endecasillabi, e si può quindi definire una ballata piccola di endecasillabi. 
L’intera opera ha un impianto descrittivo. Il primo verso è come un’introduzione di ciò a cui stiamo per assistere; ovvero la visione notturna di un paesaggio, squarciato improvvisamente da un lampo, allora appare una casetta bianchissima, forse per la luce, che negli ultimi due versi è paragonata ad un occhio che si scorge tra un battito di ciglia e l’altro nella notte scura. Prevalgono sicuramente le sensazioni visive e oggettive, anche se la similitudine finale può essere considerata una percezione soggettiva. 
Le rime, con uno schema libero (ABCBCCA), legano tra loro i versi che in qualche modo trasmettono idee, sensazioni o visioni molto simili; per esempio i versi 2 e 4 (con rima B) hanno in comune uno stato d’ansia, che sembra quasi represso. 
All’inizio della poesia, cielo e terra compaiono legati, ma nel secondo verso, tra di loro si avverte una rottura. Grazie ad un abile uso della metafora, la terra appare come un animale in agonia che, livido, sussulta, ansante, ci dà l’immagine di una creatura accasciata a terra, sul punto di morire; il cielo, invece, è coperto di nubi, e per esso è utilizzata un’aggettivazione curiosa: è detto tragico e disfatto, come se, sbrindellato, dovesse cedere da un momento all’altro, come lo sfondo di una tragedia. Tutto ciò è sottolineato da due climax ascendenti ‘ansante, livida, in sussulto’ e ‘ingombro, tragico, disfatto’.
Dopodiché, il fatto. Un lampo squarcia il cielo. Prima ancora di capire cosa, si sa che è ‘bianca bianca’ (anafora): l’aggettivo è messo in primo piano per mettere in risalto questa data qualità dell’oggetto, che poi capiremo essere una casa. Sottolineata da un enjambement, è quasi personificata, poiché l’aggettivazione le dà una sfumatura spaventata, bianca per la paura, in mezzo a tutto il buio della notte nera. Questo contrasto è presente di nuovo nello stesso verso, con l’ossimoro ‘tacito tumulto’, e nel verso seguente c’è una paronomasia ‘apparì sparì’. 
Infine c’è una similitudine: la casa bianca è paragonata ad un occhio grande di paura, sorpreso, che appare e scompare in battito di ciglia. Questi due sono entrambi uniti da una sensazione di spavento, che fa diventare la casa pallida e l’occhio sbarrato.
Ricorrente nelle poesie di Pascoli è la esistenza del simbolismo: la rappresentazione di un fenomeno naturale serve infatti a trasmettere le impressioni e i sentimenti del poeta. La luce del lampo che illumina per un attimo il paesaggio è come un’improvvisa e tragica rivelazione della realtà della vita. Una casa bianca appare e poi scompare all’improvviso, soppressa dall’oscurità che è l’insieme materiale e morale. Così accade anche in “Lavandare”, e il significato del simbolo è sempre trasmesso mediante una similitudine: la donna, presente nel canto delle lavandaie, la quale è stata lasciata sola dal suo uomo, è paragonata ad un aratro abbandonato in mezzo alla maggese.