ALLA SERA COMMENTO FOSCOLO

ALLA SERA COMMENTO FOSCOLO


Questo è considerato come il più bel sonetto del Foscolo: “esprime lo smorzarsi di un tumulto grande ma umano nello sconfinato sopore dell’universo” (Momigliano). Nel silenzio della sera il Foscolo si lascia andare ai suoi pensieri, rappresentando tutto il percorso compiuto nei sonetti, dal travaglio per l’esilio e per la tomba illacrimata fino a concludersi con un momento di quiete, in cui si desidera la morte per appianare i tumulti del giorno. C’è quasi un’accettazione virile dell’esistenza, privata dal conforto della fede religiosa, con tutti i suoi dolori e i suoi travagli, che porta ad un ritrovare la pace, facendo propria quella tranquillità che viene emanata dalla sera. Si tratta comunque di una pace momentanea, di un intervallo tra le afflizioni, in cui riesce a far dormire “quello spirto guerrier che entro mi rugge”. La disperazione trova dunque conforto nella contemplazione della natura, attraverso la quale il poeta riesce a dominare l’angoscia della propria anima.
Il sonetto fu pubblicato per la prima volta nel 1803 ed è uno degli approdi più alti della poesia italiana: suoni, immagini, aggettivi, pause, creano un’intensa atmosfera lirica dominata da molte ombre e da scarse luci.

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