ALESSANDRO VOLTA BIOGRAFIA

ALESSANDRO VOLTA BIOGRAFIA

ALESSANDRO VOLTA BIOGRAFIA


Le invenzioni di Volta, costituirono le basi sperimentali della teoria generale dell’elettricità e del magnetismo ad essa legato. Lo “scienziato – inventore”, nacque il 18 febbraio 1745 a Como, da famiglia aristocratica. Già in età giovanile dimostrò la sua attitudine per gli studi fisici. Ben presto mostrò la sua preferenza per la fase sperimentale della ricerca scientifica rispetto a quella teorica. A questo riguardo egli scrisse .”Il linguaggio dell’esperienza è più autorevole di tutti i ragionamenti; i fatti possono distruggere i nostri raziocini, non viceversa”. La modernità del suo metodo d’indagine, fortemente pragmatico, anticipò la figura dello scienziato moderno. Volta fu uno scienziato sperimentale, ma anche un imprenditore della scienza, capace cioè di concretizzare ogni sua idea scientifica in un’invenzione, ossia in un’iniziativa pratica. Ma anche dal punto di vista della teoria, i suoi contributi in vari campi sono stati importanti.Basandosi sull’esperienza dell’elettrostatica, a 24 anni, già si sentiva sicuro per lanciarsi in una memoria, scritta in forma epistolare a padre Beccaria (in quel tempo un’autorità scientifica nel campo dell’elettricità), proponendo una teoria unitaria di tutti i fenomeni elettrici, sulla base di un’interazione attrattiva universale, in contrasto con le stesse convinzioni dello stesso Beccaria. A trent’anni, Volta inventò uno strumento che lo fece diventare famoso in tutta Europa. Si trattava dell’elettroforo perpetuo (oggi detto elettroforo di Volta), una specie di scudo metallico con manico isolante che si appoggiava su una base di mastice resinoso elettrizzato per strofinio che permetteva, dopo essersi caricato per induzione, di caricare altri corpi che si desiderasse. 
Durante l’estate del 1776, in vacanza, ma sempre attento a percepire e indagare fenomeni curiosi, mentre sul lago maggiore costeggiava i canneti d’Angera, frugò con una canna il fondo melmoso. Vide allora salire a galla una gran quantità di bollicine gassose, che raccolse e studiò. Scoprì il carattere infiammante di questo gas, che chiamò aria infiammabile nativa delle paludi. Si trattava del gas molto comune, il metano. Questa scoperta, indusse Volta ad interessarsi ai gas infiammabili, e poco dopo, ad inventare la cosiddetta pistola di Volta, un dispositivo in cui una scintilla elettrica provoca l’esplosione del gas posto in un contenitore di vetro a forma di pistola, e chiuso da un tappo, che viene espulso violentemente: da questo arnese, ricavò uno strumento più raffinato, l’eudiometro, adatto a misurare la salubrità dell’aria. 
Il 20 agosto 1778, in una memoria epistolare, Volta applicò la propria teoria delle atmosfere elettriche allo studio della capacità dei conduttori isolati. Qui, usò per la prima volta il concetto di tensione elettrica, per spiegare le proprietà intensive dell’elettricità. 
Spiegò la tensione come una tendenza ad espandersi del fluido elettrico, in analogia al concetto di pressione dei gas. Per questo, l’unità di tensione elettrica, ora viene chiamato volt. 
All’età di quaranta anni, fu eletto dagli studenti rettore dell’Università di Pavia. Più tardi, a partire dal 1792, cominciò ad interessarsi agli esperimenti di Galvani sulle rane, dando luogo alla nota controversia che durò oltre un lustro. 
Galvani, sosteneva l’elettricità animale, mentre Volta riteneva che le contrazioni della rana, toccata con un arco bimetallico, fossero dovute all’elettricità generata dal contatto tra i due metalli.

La rana, insomma per Volta, era un semplice elettroscopio.
La disputa venne accesa e stimolò Volta, per avere la meglio, ad approfondire la problematica e a sperimentare, utilizzando i sensibilissimi strumenti inventati, nella direzione suggeritagli dall’intuizione iniziale. Sfruttando la differenza di potenziale dovuta al contatto tra due metalli diversi e conducendo un terzo conduttore elettrolitico, Volta realizzò, così, un collegamento in serie o pila, in grado di generare una corrente continua. Si trattò del primo generatore di corrente elettrica, che molto presto ebbe svariate ed importanti applicazioni pratiche e fu essenziale per far avanzare la teoria in fisica nel campo dell’elettromagnetismo (e non solo).

Nel 1801, fu invitato a Parigi per presentare la pila a Napoleone Bonaparte, che più tardi, divenuto Imperatore, nominò Volta Senatore del Regno d’Italia, e poi lo insignì del titolo di Conte.
Volta, comunque, rifuggì sempre dagli onori. Negli ultimi anni di vita, si ritirò nella sua casa di campagna, di Camnago, dove morì nel 1827, dedicandosi alla preghiera e alla pratica religiosa

 

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