ALESSANDRO MANZONI LA PENTECOSTE PARAFRASI

ALESSANDRO MANZONI LA PENTECOSTE PARAFRASI

ALESSANDRO MANZONI LA PENTECOSTE PARAFRASI


Chiesa, madre dei Santi, immagine della città celeste, eterna conservatrice del sangue incorruttibile di Cristo, tu che da tanti secoli soffri, combatti e preghi e che per tutta la terra ti accampi vittoriosa, campo di coloro che sperano nella vita eterna, chiesa del Dio fattosi uomo, dov’eri mai? In quale angolo ti eri rifugiata al tuo nascere, quando Cristo, condotto dai malvagi a morire sul Golgota, arrossò di sangue le zolle del Calvario, glorioso altare ove si compì il suo sacrificio? E quando il corpo divino di Cristo, uscito dalle tenebre della morte, emise il respiro possente di una nuova vita immortale; e quando, recando in mano il prezzo del riscatto, la sua sofferenza e la passione, salì dalla polvere di questa terra al Padre, dov’eri tu, che eri stata compagna della sua passione, consapevole della natura divina ed umana del Cristo, figlia immortale della sua vittoria? Desta, ma solo per temere, tranquilla solo nella dimenticanza, stavi tra le riposte mura del Cenacolo, fino a quel sacro giorno, in cui discese su di te lo Spirito rinnovatore ed accese nella tua mano la fiaccola della fede, perennemente risplendente, quando ti collocò in alto, come faro di luce dei popoli e diede alle tue labbra le parole fluenti della verità.

Come la rapida luce, ovunque si posi, suscita i vari colori sugli oggetti, così risuonò molteplice la voce dello Spirito Santo: l’Arabo, il Parto, il Siro l’udirono nella loro lingua. Pagano adoratore di idoli, sparso per qualsiasi lido, volgi lo sguardo a Gerusalemme, odi il messaggio divino: stanca del vile culto degli dei pagani, la terra torni a Dio.

E voi che date inizio ad una nuova età più felice, spose destate dall’improvviso sussultare del bambino che portate in grembo, o già prossime al travaglio del parto, non levate il vostro canto alla falsa Giunone: il figlio che cresce nel vostro grembo è figlio di Dio.

Perchè, baciando i figli, la schiava sospira ancora? Ed ammira con invidia il seno che nutre i figli liberi? Non sa che il Signore eleva con sé i miseri al regno dei Cieli? Che Egli pensò a tutti i figli di Eva durante la sua passione? I cieli annunciano una nuova libertà dalla schiavitù del male ed un’umanità rinnovata; nuove conquiste e gloria ottenuta con più belle prove, una nuova pace, incrollabile davanti ai terrori ed alle lusinghe infide, che il mondo schernisce, ma che non può togliere.

O Spirito! Supplichevoli dinanzi ai tuoi altari parati a festa, soli per selve inospitali, erranti per mari deserti, dalle Ande gelide al Libano, dall’Irlanda alla montagnosa Haiti, sparsi per il mondo, ma spiritualmente uniti per tua opera, noi ti imploriamo!

Benigno Spirito, discendi ancora propizio, sia ai tuoi fedeli, che a chi ti ignora: scendi e ridesta a nuova vita, rianima i cuori spenti nel dubbio ed il vincitore, lo Spirito Santo, sia divina ricompensa dei vinti.

Discendi come amore: mitiga l’ira e la superbia negli animi, dona quei pensieri che rimarranno inalterati anche nel giorno della morte: la tua virtù nutra benefica i tuoi doni; così come il sole, che fa schiudere dal lento germe un fiore, che, non raccolto, morirà sulle erbe basse e non crescerà con i risplendenti colori della corolla aperta, se, fuso con lui nell’aria, non tornerà il mite raggio del sole che dà vita ed infaticabile alimenta.

Noi ti imploriamo! Sugli abbattuti pensieri dell’infelice scendi come vento ristoratore, aria consolatrice, come bufera sui pensieri gonfi di superbia del violento: ispiragli uno sgomento che gli insegni la pietà.

Grazie a te il povero volga gli occhi al cielo che è suo, trasformi i lamenti in gioia, pensando a Cristo, cui somiglia, il quale volle essere povero; il ricco, a cui è stato donato con abbondanza, doni al povero con amicizia e con quel riserbo che rende gradito il dono.

Rivelati nel riso dei bambini, indescrivibile per purezza, spargi il casto rossore sul viso delle fanciulle, manda alle suore che vivono nascoste le segrete e pure gioie della contemplazione, consacra l’amore pudico delle spose. Modera l’indole troppo fiduciosa dei giovani sicuri di sé, dirigi i propositi dell’uomo maturo a fini che non possono fallire, adorna la vecchiaia di pii e santi desideri, brilla nello sguardo errante di chi muore, sperando nella salvezza eterna.

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