ALBERTO MORAVIA BREVE BIOGRAFIA
ALBERTO MORAVIA BREVE BIOGRAFIA
Alberto Moravia- Nato a Roma nel 1907. Moravia ha scritto moltissimo, incominciando con il romanzo -Gli indifferenti- che già nel titolo parla di un aspetto proprio del decadentismo, quell’aridità del sentimento (Montale) e la mancanza di volontà di cui ci parla Svevo nella Coscienza di Zeno, che ama questi concetti (Senilità). Questa “indifferenza”, in cui si sente un senso di fallimento e di apatia, veniva vista in una famiglia della media borghesia romana e veniva analizzata da Mo ravia in modo spietato e in quegli anni che erano contro la pomposità del fascismo, questo romanzo sembrò antifascista, perchè parlava di un mondo in crisi. In Moravia c’è pure il contrasto dei Promessi Sposi, fra i buoni e cattivi, fra puri e corrotti, (come Lucia e Gertrude). Però, mentre Manzoni faceva vedere i “buoni” pieni di speranza e di fede, in Moravia buoni e cattivi, ricchi e poveri soffrono tutti e sono senza speranza, sempre smaniosi e agitati, perchè rappresentano la crisi della coscienza moderna, alienata dagli ideali falsi del sesso e del denaro.
Nei suoi libri si notano due aspetti principali: l’analisi acuta degli aspetti più intimi e morbosi dell’uomo e l’importanza dell’intreccio che egli chiamò imbroglio. Ricordiamo il romanzo -Agostino-. Alla fine della guerra anche Moravia sembrò scrivere in modo neorealista e parlò della società italiana tra la guerra ed il dopoguerra. In questo periodo ricordiamo -Il conformista, La Ciociara-; in queste opere Moravia parla di vari argomenti ma soprattutto del passaggio dal mondo dell’infanzia a quello dell’adolescenza con il risveglio dei sensi (Agostino), parla pure del mondo popolare, dell’angoscia e della guerra (La Ciociara). Anche Moravia sembra esprimere un certo ottimismo superficiale del neorealismo, superficiale perchè in fondo c’era sempre un concetto pessimista della vita (decadentismo), ma più tardi Moravia si allontana dal neorealismo avvicinandosi agli aspetti del suo primo romanzo “Gli Indifferenti”, con il romanzo “La Noia” come si vede dal titolo stesso e anche con vari saggi in cui parla dell’importanza della psicanalisi (Freud) perchè ci aiuta ad analizzare l’intimo dell’uomo, del Marxismo, necessario per capire i rapporti sociali.
Anche Moravia, come Ungaretti, cerca un paese innocente, puro, un bisogno di verità. Ma purtroppo la vita non è così; infatti, nei suoi romanzi la vita è come la dura realtà, piena di falsità, di sesso e di denaro. L’umanità, per Moravia, non è capace di veri rapporti sociali (noia) tranne quelli sessuali e la prostituta rappresenta un esempio di umanità alienata e sola e tutti gli uomini per Moravia sono come la prostituta, schiavi di falsi valori. Neanche il rapporto sessuale è sincero, perchè si rimane soli, sempre per il bisogno di possesso e di avidità, caratteristica dell’uomo moderno. Moravia quindi vede l’umanità in modo pessimista, perchè per lui il vero fine dell’uomo dovrebbe essere l’uomo stesso e non i falsi valori, come il denaro. Oggi nella società consumistica l’uomo è usato come mezzo e il merito di Moravia moralista è proprio quello di averci fatto vedere in modo reale la tragedia dell’uomo moderno, vittima della sua stessa alienazione e l’unica soluzione è la rinuncia all’idea di possesso. Da qui nasce il suo realismo narrativo, quando ci parla dei vari tipi di uomini.
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