ADA NEGRI DI GIORNO IN GIORNO LIBRO

ADA NEGRI DI GIORNO IN GIORNO LIBRO


Dall’incipit del libro:

S’era girata, nel pomeriggio, mezza la città-centro. Giunte al largo di palazzo Sormani, di dove il corso Vittoria incomincia, e si stende, ampio e diritto, fino all’obelisco delle Cinque Giornate, mi accomiatai da Libellula e dalla sua mamma. Erano a due passi da casa loro; e io dovevo, appunto, per andare alla mia, prendere il corso Vittoria.
Dicevo a Libellula parole di tenerezza, e lei stava per saltarmi al collo; ma, in quel mentre, vedemmo la luna; e ci parve miracolo trovarcela lí quando meno ci si pensava, sospesa sul bel mezzo del corso, d’un caldo colore fra il roseo e l’arancione, tonda e cordiale nel sereno crepuscolo.
Diedi un grido di meraviglia. In quel momento fui piú bimba di Libellula: che, dopo aver guardato e riflettuto un poco, mormorò, spalancando gli occhi piú cangianti del solito in quell’incerto riflesso:
— Non l’ho proprio mai vista cosí. Forse è un’altra.
E io, subitamente divertita, prendendo gusto al gioco:
— Ma che! È lei: soltanto, ha cambiato vestito. E adesso indovini dove vado? Vado incontro alla bellissima luna: dato che è sulla mia strada. Le dirò: «Benvenuta, signora luna». E per te, che mai le dirò?
— Niente, niente, – rise Libellula. Rideva anche la sua giovine mamma, e anch’io ridevo; ma nel riso di Libellula, e nella piccola mossa con cui scoteva la testa, c’era un’aria incredula, di compatimento. In questo tempo d’eliche e di motori, le bambine di sette anni non si fidano punto che uno possa andare a piedi incontro alla luna.


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