ACONDROPLASIA

ACONDROPLASIA

ACONDROPLASIA


Il termine acondroplasia (ACP) deriva dall’unione di tre parole di origine greca (a = senza, condros = cartilagine, plais = formazione). E’ una malattia genetica caratterizzata da un mancato sviluppo armonico della cartilagine di accrescimento delle ossa lunghe degli arti. La cartilagine di accrescimento è quella parte dell’osso che nel bambino non è ancora saldata e che permette l’allungamento progressivo dell’osso stesso. La malattia provoca perciò gravi disturbi della crescita e risulta in una forma di nanismo (nanismo acondroplasico). 
Gli individui affetti da acondroplasia presentano le caratteristiche del nanismo: hanno una statura molto bassa e sono sproporzionati. Già alla nascita i bambini hanno la testa grande e gli arti corti e tozzi, rispetto al resto del corpo. Altre caratteristiche sono la fronte prominente e la radice del naso infossata. La mano e le dita sono corte e tozze (“mano a tridente”) e la parte bassa della colonna vertebrale è esageratemente curvata in avanti (lordosi lombare). 
Alla nascita il bambino affetto da ACP ha un’altezza e un peso più o meno normali, ma è già sproporzionato. La statura continua a mantenersi simile a quella degli altri bambini, fino al primo anno di vita. Successivamente comincia ad essere visibile il ritardo di crescita. L’altezza media degli adulti è di circa 1 metro e 30 centimetri nei maschi e 1 metro e 25 centimetri nelle femmine. 
Spesso i movimenti di torsione del gomito risultano limitati, ma in genere i legamenti delle articolazioni sono lassi ed è per questo che molti bambini affetti da ACP sono in grado di fare movimenti di “contorsione”, piegando facilmente le dita o torcendo altre articolazioni. 
In alcuni casi la dentatura può essere affetta: i denti possono crescere in modo disordinato e le arcate superiore e inferiore non combaciano bene. 
In alcuni casi i bambini affetti da ACP possono avere problemi neurologici o respiratori, dovuti al restringimento del canale alla base del cranio. In questi casi il medico può intervenire chirurgicamente per correggere i sintomi.
Negli anni, le persone affette possono provare fatica e dolori agli arti o alla schiena: si tratta per lo più di semplici dolori muscolari senza particolare gravità. Se i dolori sono forti, è possibile che ci siano problemi di tipo neurologico, causati dal restringimento del canale vertebrale, ed è utile l’intervento di un neurologo. 
Le persone affette da ACP hanno un’intelligenza normale. Anche lo sviluppo sessuale è normale.

Qual è l’aspettativa di vita di una persona affetta da ACP? 
Il periodo critico è quello infantile. I pazienti che sopravvivono a questo periodo hanno di solito aspettative di vita normale. 
Il gene coinvolto nell’ACP si trova sul cromosoma 4 e contiene l’informazione per produrre una proteina chiamata “recettore del fattore di crescita dei fibroblasti di tipo 3”, o più brevemente FGFR3. Questo recettore, in condizioni normali, quando interagisce con la sua “molecola segnale” cioè l’FGF, esplica un controllo di tipo negativo sulle cellule della cartilagine di accrescimento. La ACP è causata da mutazioni nel gene dell’FGFR3, che lo rendono costitutivamente attivato (sono infatti mutazioni definite come “guadagno di funzione”) e quindi l’FGFR3 mutato è in grado di segnalare continuamente alla cellula un segnale negativo, col risultato di inibire l’allungamento dell’osso. L’alterazione del gene colpisce soprattutto le cellule della cartilagine di accrescimento, che tramite il processo di ossificazione endocondrale (che, in condizioni normali, è regolato negativamente dal FGFR3) permette l’allungamento dell’osso. 
Il 99% dei pazienti affetti da ACP ha la stessa mutazione, cioè lo stesso “errore” nel gene dell’FGFR3, consistente in una sola base nucleotidica alterata. Altre mutazioni, localizzate in parti diverse dello stesso gene, possono causare patologie molto più gravi tra cui il nanismo tanatoforo. Anche se colpiscono lo stesso gene, L’ACP e il nanismo tanatoforo sono due malattie distinte: chi eredita l’ACP non ha maggiori possibilità degli altri di ereditare il nanismo tanatoforo né di trasmetterlo. 
L’esame clinico e, soprattutto, le indagini radiografiche sono fondamentali; in caso di dubbio, è possibile effettuare l’analisi del DNA per distinguere l’acondroplasia da altre osteocondrodisplasie. 
Non esiste ad oggi nessuna terapia in grado di guarire dall’ACP. Attualmente una delle possibilità per migliorare la qualità della vita dei pazienti è l’intervento ortopedico, per correggere la curvatura della schiena e per aumentare l’altezza. Nonostante la bassa statura, moltissime persone affette da ACP conducono una vita piena e soddisfacente, e i bambini affetti da ACP devono essere incoraggiati a fare altrettanto. Il motto dell’LPA (l’associazione americana delle persone affette da nanismo)è: Think Big! -(Pensa in Grande!)- Si può aumentare la statura tramite allungamento chirurgico degli arti inferiori, che generalmente si può effettuare tra i 12 e i 16 anni. L’operazione consiste nell’allungare chirurgicamente le ossa del femore e della tibia, consentendo di “guadagnare” circa 20 centimetri in altezza. Questa operazione comporta un lungo periodo di immobilità ed un grosso carico fisico e psichico per il paziente e perciò la sua opportunità va valutata attentamente insieme al medico. 
In circa 9 casi su 10 i pazienti affetti da ACP nascono da genitori assolutamente normali, a causa di alterazioni nel gene che avvengono negli spermatozoi e negli ovuli dei genitori. In questo caso, la possibilità di avere un altro figlio affetto da ACP è trascurabile, identica a quella di qualsiasi altra coppia normale.  L’acondroplasia si trasmette con modalità autosomica dominante questo significa che una persona affetta da ACP, insieme ad una normale, hanno il 50% di probabilità di avere un figlio affetto da ACP. Non esistono portatori sani per l’ACP. Una coppia in cui entrambi i genitori sono affetti da ACP ha 1 probabilità su 4 di concepire un figlio\a affetto da una grave forma di acondroplasia letale alla nascita (chiamata acondroplasia omozigote); 1 probabilità su 4 di avere figli normali e 1 su 2 di avere un figlio affetto come loro. 
Se la madre è affetta da ACP la gravidanza va seguita attentamente e di solito il parto avviene con taglio cesareo. 
E’ possibile effettuare la diagnosi prenatale? 
Si. Nelle coppie in cui uno dei genitori è affetto è possibile effettuare l’esame del DNA fetale per stabilire se il nascituro è sano o è affetto.