A MIA MADRE
A MIA MADRE
Ora che il coro delle coturnici
ti blandisce nel sonno eterno, rotta
felice schiera in fuga verso i clivi
vendemmiati del Mesco, or che la lotta
dei viventi piú infuria, se tu cedi
come un’ombra la spoglia
(e non è un’ombra,
o gentile, non è ciò che tu credi)
chi ti proteggerà ? La strada sgombra
non è una via, solo due mani, un volto,
quelle mani, quel volto, il gesto d’una
vita che non è un’altra ma se stessa,
solo questo ti pone nell’eliso
folto d’anime e voci in cui tu vivi;
e la domanda che tu lasci è anch’essa
un gesto tuo, all’ombra delle croci.
Eugenio Montale, La bufera e altro, Parte I. Finisterre)
Annotazioni
- 1. coturnici: uccelli della famiglia dei fagiani, dalle belle piume cinerine, collare nero, becco e gambe rosse. Il «coro» è il canto degli uccelli.
- 2. ti blandisce: ti conforta, quasi addolcendoti il sonno della morte.
- 3-4. felice … Mesco: mutevole e gioiosa schiera in fuga verso i pendii del Mesco (promontorio delle Cinque Terre) dove si è fatta la vendemmia (siamo dunque in autunno).
- 4-5. or che … infuria: ora che la guerra (la seconda guerra mondiale) piú infuria.
- 5-6. se tu cedi … la spoglia: se tu abbandoni il tuo corpo come se fosse un’ombra («spoglia»: nella religiosità popolare della madre il corpo è solo una veste dello spirito).
- 6-7. e non è … credi: e non è un’ombra, o gentile, non è ciò che tu credi, l’ombra di una realtà piú vera, lo spirito.
- 8. chi ti proteggerà ?: chi difenderà il tuo ricordo?
- 8-13. La strada sgombra … vivi: la strada sgombra (dal peso della materia) non è la via della salvezza: solo due mani, un volto, le tue mani, il tuo volto, il gesto concreto di una vita che vale di per sé (non è in funzione di un’altra esistenza), solo questo ti pone nel paradiso della memoria, lo spazio spirituale dei defunti in cui continui a vivere. L’Elisio o Eliso era la dimora serena delle anime dei pagani; qui indica lo spazio intimo della memoria, dove sopravvive il ricordo dei cari defunti.
- 14-15. e la domanda … croci: e la domanda che tu lasci è anch’essa un tuo gesto, fa parte della tua personalità , all’ombra delle croci, nel cimitero. Il poeta non ci dice quale sia questa domanda-preghiera della madre: forse di non preoccuparsi del suo corpo, forse di credere nella sopravvivenza dell’anima.
Metro: due strofe di sette e sei versi, seguite da un distico; endecasillabi con rime e assonanze.
Datazione: la poesia, datata «1942», venne pubblicata in «Letteratura», VII, Firenze, gennaio-aprile 1943. La madre di Montale, Giuseppina Ricci, morà a Monterosso nel novembre del 1942.
Fonti: Eugenio MONTALE, L’opera in versi. Edizione critica a cura di Rosanna Bettarini e Gianfranco Contini, Torino 1980; Eugenio MONTALE, Poesie. A cura di Angelo Marchese, Milano, Arnoldo Mondadori Scuola, 1991, pp. 158-159; Eugenio MONTALE, Finisterre (versi del 1940-42). A cura di Dante Isella, Torino, Einaudi, 2003.