9 ECLOGA BUCOLICHE RIASSUNTO
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Introduzione
– L’opera è composta di 10 carmi, scritti in esametri;
– Periodo di stesura: 42-39 a.C. (contemporaneamente a guerre civili e confische di terreni);
– Il nome “Bucoliche” deriva dal greco “bukolòs” = “pastore”, ma l’opera è anche detta “Ecloghe”, dal greco “ekleghein” = “selezionare”, ad indicare dunque che essa fosse costituita da “poemetti scelti”;
– E’ un’opera principalmente d’evasione, ispirata agli idilli pastorali di Teocrito, con rimandi tuttavia politici alla situazione travagliata della Roma virgiliana;
– L’ambientazione è una campagna idealizzata (vedi le opere di Teocrito), con riferimenti alla Sicilia, alla Pianura Padana, alla regione montuosa dell’Arcadia, nel Peloponneso;
– Protagonisti dell’opera sono i pastori-poeti, che vivono temi e situazioni riprese, secondo il criterio imitativo romano, da Teocrito ed altri autori greci antichi;
– Le ecloghe dispari (1-3-5-7-9) sono “mimiche”, ovvero in esse prevalgono il discorso diretto ed il dialogo;
– Le ecloghe pari (2-4-6-8-10) sono “narrative”, cioè prive di dialoghi e con un estensivo sviluppo della trama.
Contenuti
– 1° Ecloga: è di argomento politico; prevale il tema delle confische territoriali a danno dei contadini per ripagare i veterani del servizio militare; protagonisti della storia sono i pastori Tìtiro e Melibèo, che rappresentano due “facce” della sensibilità virgiliana; Tìtiro elogia lo “iuvenis” Ottaviano, e costituisce dunque la parte “grata” di Virgilio al Princeps, mentre Melibèo simboleggia l’amarezza del Virgilio proprietario terriero per le privazioni di terre;
– 2° Ecloga: è di argomento sentimentale; prevale il tema dell’amore infelice fra un uomo ed un fanciullo; il pastore Coridone ama, non ricambiato, il giovincello Alessi; la disperazione dell’uomo indica la prima comparsa dell’”amore secondo Virgilio”, fatto di passione e follia, un sentimento incontrollabile e sconvolgente che “turba e fa male”.
– 3° Ecloga: è un canto “amebéo” di due pastori (ovverosia cantano due versi ciascuno); compaiono spunti vari d’amore, di poesia e di vita agreste;
– 4° Ecloga: è una profezia che annuncia un nuovo ciclo cosmico, un ritorno dell’”età dell’oro” attraverso la nascita di un “puer” simbolo del cambiamento epocale; all’inizio del carme è presente una dedica all’amico Asinio Pollione.
Ma chi è il puer? Le ipotesi propongono che sia il figlio di Pollione, un figlio di Ottaviano, oppure di Ottavia ed Antonio, addirittura Ottaviano stesso oppure il simbolo di una nuova “generazione aurea”; nel Medioevo si credette di trovare nel puer la figura di Gesù Bambino, ma è un’interpretazione errata poiché Virgilio visse ben prima della nascita di Cristo.
In ogni caso il carme esprime attesa e speranza per la fine delle guerre civili e per l’inizio di un periodo di pace, in virtù della conciliazione fra Ottaviano ed Antonio. Questi sentimenti positivi inneggianti alla rinascita spirituale sono tanto profondi da aver reso la poesia un capolavoro “senza tempo” e sempre attuale;
– 5° Ecloga: è un canto amebéo di argomento luttuoso, poiché viene trattata la morte e trasfigurazione del pastore Dafni. Il pastore Mopso recita un compianto, che esprime il lutto dei pastori e della natura tutta, mentre il pastore Menalca descrive l’assunzione in cielo di Dafni, e i riti in onore della sua divinizzazione. Si suole identificare Dafni con un fratello di Virgilio morto in giovane età, oppure nello stesso Giulio Cesare;
– 6° Ecloga: è una celebrazione della poesia; in questo carme alcuni pastori sorprendono il satiro Sileno a dormire ubriaco in una grotta; legatolo, lo costringono a cantare. Il canto di Sileno è talmente melodioso da affascinare persino le fiere e le piante; esso presenta argomenti mitici ed un elogio al poeta Cornelio Gallo, amico di Virgilio. Sempre nel canto di Sileno, Virigilio stesso inserisce una vera e propria dichiarazione di poetica, in cui dichiara la propria inadeguatezza nei confronti del genere epico.
– 7° Ecloga: è un canto amebéo di pastori, ma i quali recitano ben 4 versi ciascuno;
– 8° Ecloga: è un canto amebéo di pastori (che tuttavia parlano una sola volta a testa); il tema trattato è l’amore infelice, visto attraverso due episodi separati.
Nel 1°, un uomo è disperato poiché la donna amata sposa un altro, e annuncia il proprio addio alla vita. Nel 2°, invece, sono descritti i riti magici compiuti da una donna per richiamare a sé l’amato che l’ha lasciata.
– 9° Ecloga: è di argomento politico (in particolare le confische di terre); due pastori, Lìcida e Mèride, parlano dell’amico Menalca. Questi, speranzoso che la propria poesia potesse preservarlo nel possesso delle sue terre, ne viene tuttavia privato e rischia la vita discutendo col nuovo proprietario, un rozzo soldato; vi sono riferimenti all’”infelice Savona”, poiché anch’essa coinvolta da questa sciagura.
C’è un dibattito sulla posizione temporale di questo carme rispetto alla 1° Ecloga: con ogni probabilità la 9° è posteriore alla 1°: prima viene la sicurezza della proprietà, poi la delusione e la perdita della speranza a seguito di un probabile mancato rispetto, da parte di Ottaviano, della promessa di protezione fatta a Virgilio.
10° Ecloga: l’argomento è un amore infelice uomo-fanciullo, che vede protagonisti il pastore Dafni ed il ragazzo Licòride; Dafni è disperato poiché Licorìde gli è infedele. Dietro la figura di Dafni si celerebbe quella di Cornelio Gallo.