RAMI DI PESCO DI ADA NEGRI

RAMI DI PESCO DI ADA NEGRI


Ferma al quadrivio, mentre piove e spiove
sotto l’aspro alternar delle ventate
schioccanti come fruste sulle facce
di chi va, di chi viene, una vecchietta
vende rami di pesco.
O primavera
per pochi soldi! O riso, o tremolio
di stelle rosee su bagnate pietre!
Scompare agli occhi miei la strada urbana
con fango e folla e strider di convogli
sulle rotaie, e saettar nemico
d’automobili in corsa. Ecco, e in un campo
mi trovo: è verde, di frumento a pena
sorto dal suolo: pioppi e gelsi intorno
con la promessa delle fronde al sommo
dei rami avvolti in una nebbia d’oro:
e peschi: oh, lievi, oh, gracili, d’un rosa
che non è della terra: ch’è di tuniche
d’angeli scesi a benedire i primi
germogli, e pronti, a un alito di brezza,
a rivolar da nube a nube in cielo.


La poesia di Ada Negri, intitolata “Rami di pesco”, descrive una scena in cui una vecchia signora vende rami di pesco in una giornata piovosa e ventosa ad un incrocio della città. L’autrice riflette sulla bellezza della primavera, rappresentata dai rami di pesco rosa che la vecchietta vende, e scompare dalla realtà urbana, dove il rumore del traffico e la folla sono in contrasto con la tranquillità della natura.

L’autrice immagina di essere in un campo circondato da alberi di pioppo e di gelso, con il frumento appena sorto dal suolo, e di osservare i rami di pesco, leggeri e delicati, che sembrano essere di un rosa non terreno, ma celeste, come se fossero vestiti di angeli che sono scesi per benedire la primavera e pronti a volare nel cielo con un soffio di brezza.

La poesia riflette sulla bellezza e sulla pace della natura, in contrasto con la frenesia della vita urbana, e sulla delicatezza e fugacità della primavera, che va via rapidamente.