I danni provocati dalle radiazioni nucleari

I danni provocati dalle radiazioni nucleari

Come si è detto, la vita è basata su complesse e grandi molecole organiche, basate sul carbonio. I legami tra queste molecole avvengono attraverso l’interazione tra le nubi di elettroni dei vari atomi e sono legami molto più delicati di quelli che sussistono all’interno dei nuclei.
Ogni radiazione ionizzante, cioè in grado di strappare via gli elettroni da un certo atomo neutro, trasformandolo in ione, è in grado dunque anche di spezzare i legami che esistono all’interno delle molecole organiche, provocando seri danni.
Sono radiazioni ionizzanti sia i raggi alfa che i raggi beta, nonché, se consideriamo la radiazione elettromagnetica, i raggi ultraviolettii raggi X ed i raggi gamma.
Dunque tutti e tre i tipi di radiazione nucleare (α, β e γ) sono nocivi.
Il danno può consistere nella morte della cellula che contiene la molecola colpita da questi proiettili oppure, se si è sfortunati, nella sua trasformazione in cellula cancerosa, pronta a riprodursi in modo incontrollato. Tutto dipende anche, naturalmente, dalla quantità e qualità delle radiazioni a cui si è esposti, nonché dalla durata dell’esposizione.
Ad esempio, nel corso di una esplosione atomica, si può essere investiti da una quantità di radiazioni tale da provocare la morte di enormi quantità di cellule, per cui l’organismo soccombe immediatamente o in pochissimo tempo.
Viceversa, esposizioni più basse ma prolungate nel tempo, come avviene in chi assorbe sostanze radioattive o vive in ambienti contaminati, può provocare malattie come il cancro o la leucemia, a distanza di tempo.
Se a venire colpita è la molecola del DNA, si potranno inoltre verificare delle mutazioni, cioè modifiche al codice genetico umano che sono trasmissibili alle generazioni future. Ovvero le radiazioni producono la sola forma di danno che si propaga anche ai discendenti

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