10 AGOSTO DI GIOVANNI PASCOLI ANALISI DELLA POESIA

10 AGOSTO DI GIOVANNI PASCOLI ANALISI DELLA POESIA


Note

San Lorenzo: il 10 Agosto è la notte dedicata a San Lorenzo, caratterizzata dalle stelle cadenti che si possono osservare nel cielo notturno. Il poeta si riferisce a San Lorenzo, spiegando che sa il perché di un pianto di stelle.

rondine al tetto: Pascoli descrive la rondine come figura necessaria al confronto con suo padre. “Una rondine torna al tetto, mentre un uomo torna al nido.

Perdono: mentre l’uomo (il padre di pascoli), torna al suo nido (alla sua casa) viene ucciso, egli allora, in punto di morte perdona il suo assassino (o i suoi assassini), in quanto cattolico.

un grido: negli occhi del padre, ormai immobili, rimane un grido insepresso, il dispiacere di non poter più portare ai suoi figli i doni che aveva per loro.

quest’atomo opaco del Male: il poeta descrive la terra come un atomo opaco del male, innondato dal cielo da un pianto di stelle.


Descrizione simbolica delle strofe

Prima strofa:
discorso diretto: io lo so perché nel cielo un pianto di stelle sfavilla.

Seconda strofa:
discorso indiretto: una rondine viene uccisa mentre torna al suo tetto.

Terza strofa:
discorso indiretto: nell’ombra i rondinini aspettano il ritorno della madre.

Quarta strofa:
discorso indiretto: anche un uomo viene ucciso mentre tonca al suo nido.

Quinta strofa:
discorso indiretto: nella casa romita attendono il ritorno dell’uomo ucciso.

Sesta strofa:
discorso diretto: tu, cielo, dinnanzi a tanto dolore innondi la terra con un pianto di stelle.


Analisi del testo:
La poesia è composta da sei strofe. Nella prima strofa, il poeta inizia il suo “fanciullesco racconto” dicendo al cielo di sapere il motivo del pianto di stelle che avvolge la notte di San Lorenzo. Questa strofa è puramente introduttiva, dove si crea l’immagine di un ricordo infantile dove San Lorenzo sembra uno spettatore silenzioso. Nella seconda strofa il poeta defnisce l’immagine atroce di una rondine uccisa mentre tornava al suo nido. Pascoli usa il termine “tetto” per creare un confronto tra la rondine e l’immagine del padre, presente nelle strofe successive. Nella terza strofa, la rondine, tra spini tende il verme, il pasto dei suoi piccoli, al cielo lontano, silenzioso spettatore. Intanto, nell’ombra notturna, i rondinini attendono un pasto che non erriverà mai. Nella quarta strofa compare un uomo (il padre del poeta), che mentre torna alla sua dimora (al suo nido) viene ucciso e, in punto di morte, egli concede ai suoi assassini il perdono, in quanto cattolico. La strofa prosegue con gli occhi dell’uomo ormai morto, a terra, con un grido negli occhi. Questo grido è il grido di dolore, dolore per non poter più portare ai figli le bambole che ha con se. Questo “simbolismo”, il grido muto rappresenta la massima espressione del dolore, il dolore inesprimibile. Il poeta rinchiude questo grido silenzioso negli occhi aperti del padre ormai morto: “e restò negli aperti occhi un grido”. Nella strofa successiva vi è l’attesa “invana”, l’attesa del ritorno di un morto, che, attonito addita le bambole (i doni per i figli) al cielo lontano. Questa figura del padre del poeta, che “mostra” al cielo la tragedia accaduca, sembra quasi come se l’assassinato chiedesse al cielo di guardare quale atrocità è stata commessa sotto i suoi occhi. Nella sesta e ultima strofa, il poeta, come nella prima strofa intraprende un discorso diretto, rivolgendosi al cielo e spiegandogli cosa accadde quel 10 di Agosto, e cosa accade ogli notte di San Lorenzo nel suo cuore.
Ora la figura del cielo si contrappone a quella della terra. Il cielo è infinito, immortale, immenso, mentre la terra non è altro che un piccolo atomo di dolore. Così, secondo Pascoli, il cielo in presenza di una tale ingiusta tragedia innonda la terra con un pianto di stelle.

 

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